07. Parlamento e funzioni parlamentari

[da completare]

La nostra Democrazia (?, forse Costituzione) individua il PARLAMENTO come luogo dell’espressione della volontà e sovranità popolare. La nostra Repubblica è e resta una Repubblica PARLAMENTARE.

I deputati (purtroppo con bicameralismo ridondato nelle competenze, anche se asimmetrico nelle modalità di elezione) detengono ed esprimono il potere LEGISLATIVO, oltre quello ESTREMAMENTE sottovalutato (per la problematicità del conflitto di interessi ed attribuzioni) di approvare, con voto “ridondato”, la FIDUCIA al Governo. (Sorvolo sul voto congiunto per l’elezione del PdR).

Tutto questo a livello FORMALE e costituzionalmente definito.

A livello sostanziale, però, l’azione legislativa diventa sempre più appannaggio delle attività di Governo. Non solo attraverso i Decreti Legge (che il Parlamento in qualche modo è “ricattato” ad approvare, per non far “cadere” il Governo) ma sostanzialmente attraverso una ennesima forma ricattatoria in cui le segreterie dei partiti che compongono la maggioranza parlamentare e QUIND il Governo, obbligano l’azione parlamentare di mera “approvazione” formale delle leggi da varare con la “minaccia” di non ricandidare il parlamentare in caso di rielezione.

Ulteriore punto di vulnus, molti deputati che concorrono a togliere la fiducia al Governo in carica, lo fanno con l’ambizione e l’intento di entrare a far parte di un presumibile e futuro nuovo Governo, avendo incarichi nell’Esecutivo.

L’art. 67 Cost. Ita., che formalmente libera da vincoli di mandato l’azione parlamentare dei deputati, viene sostanzialmente tradita e capovolta da un vincolo PARTITICO che in questo modo pone la forza “ricattatoria” nelle mani del Segretario di partito che IMPONE le liste elettorali per le elezioni future (anche in caso di elezioni anticipate).

Arriviamo quindi all’assurdo in cui un deputato NON ha obblighi verso gli elettori e non ha vincoli di mandato, ma resta sotto sacco ricattatorio da parte dei vertici del suo partito.

NON può esercitare il potere legislativo in quanto il Governo, con mezzi legalmente previsti (decreti legge e voto di fiducia), tracima sempre di più nell’azione legislativa; non ha modo di rendersi RESPONSABILE di fronte agli elettori che hanno contribuito alla sua elezione; concorre alla caduta di un Governo per poter far parte del Esecutivo futuro.

Il risultato è un parlamentarismo ed una divisione dei poteri puramente teorica, che nella sua concreta fenomenologia sposta il potere legislativo sempre più in carico al Governo e la responsabilità del vincolo di “mandato” in seno al Partito.

E’ assolutamente necessario interrompere questa “deriva” degenerativa che ha nei fatti deviato quanto previsto nella teoria della divisione dei poteri e nella Costituzione.

 


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