La proposta è molto semplice: se già si ricopre un ruolo elettivo (cioè un incarico assegnato a seguito di candidatura ed elezione da parte degli elettori, come ad esempio Deputato, Senatore, Sindaco, Consigliere o Presidente di Regione, Deputato Europeo, Consigliere Comunale, Consigliere o Presidente di Provincia/Città Metropolitana) oppure di nomina politica (come ad esempio Presidente del Consiglio dei Ministri, Ministro o Viceministro, Sottosegretario di Governo, Assessore Regionale, Provinciale o Comunale) non si può essere candidati o essere nominati ad un ruolo analogo (elettivo o di nomina politica).
Se proprio lo si vuole fare, bisogna prima dimettersi dal ruolo attuale e poi candidarsi al nuovo. Questo non risolve completamente il problema (se un Sindaco si dimette per candidarsi ad altro ruolo, bisogna eleggerne un altro, in anticipo rispetto ai tempi previsti), ma introduce un elemento di coerenza e serietà (oggi un Sindaco può dire: mi candido, se mi eleggono mi dimetto da Sindaco, altrimenti resto dove sono), opposto all’opportunismo ed all’attaccamento alla poltrona insito nel ragionamento appena esposto.
In termini di riforma legislativa, si tratta di introdurre un vincolo di “incandidabilità” al posto della “incompatibilità” oggi presente per alcune situazioni (non tutte, come visto negli esempi concreti).
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