Spesso sentiamo parlare di Poteri FORTI, Governo FORTE, in contrapposizione al parlamentarismo e ad una debole rappresentanza della volonta’ popolare; oltre che alla debolezza della politica democratica.
Chiariamo i modi di dire rispetto alle tematiche ed al significato che i modi di dire intendono.
Un Governo FORTE, detto in modo critico e “dispregiativo”, ricorda un potere esecutivo figlio del ventennio fascista. Sistema assolutamente antidemocratico e liberticida in cui gli apparati del PNF e le riforme istituzionali volute dal regime avevano di fatto esautorato le funzioni rappresentative, la partecipazione popolare e la rappresentanza dei partiti alla vita politica. Fu anche per questo motivo che nella Costituzione Italiana ad oggi in vigore, dopo la tragica pagina liberticida del fascismo, venne esplicitamente richiamato il Partito Politico (Art. 49 Cost. Italiana).
Governo forte qundi equivale ad una preminenza dell’Esecutivo rispetto al potere Legislativo che, per nostra Costituzione attuale, e’ invece espressione della volonta’ popolare grazie alla elezione di Deputati e Senatori. Il Parlamento e’ il luogo istituzionale del potere legislativo. Il Parlamento e’ espressione della volonta’ sovrana popolare (ex art. 1 Cost.). Il Parlamento vota la FIDUCIA al Governo (riconoscendogli legittimita’ politica) ed affidandogli l’esercizio del potere esecutivo. Inoltre sempre il Parlamento vota ed assegna la carica di Presidente della Repubblica.
Questo assetto istituzionale sancisce il principio secondo il quale viviamo costituzionalmente in un sistema PARLAMENTARE.
Quindi un Governo FORTE, a scapito del Parlamento e del potere legislativo che il Parlamento stesso detiene, come si traduce, nei fatti?
Nel caso in cui le LEGGI e l’attivita’ di legiferare in genere venisse dettata, svolta e “decisa” dal Governo, avremmo sicuramente una situazione non tanto di un Governo FORTE, ma di un Governo che travalica il suo compito istituzionale e Costituzionale, per “tracimare” nell’occupazione e nell’espletamento di un potere non di competenza.
Purtroppo questo descrive abbastanza bene la situazione in cui abbiamo vissuto e viviamo negli ultimi anni. In particolare nella situazione “eccezionale” della pandemia COVID; in cui i Decreti del Presidente del Consiglio dei Ministri (DPCM) ma anche in generale i Decreti Legge (DL) di “provenienza governativa” erano di fatto l’ossatura dell’attivita’ legislativa del nostro paese.
Il Parlamento, chiamato a votare la conversione in legge di tali decreti, assume il semplice ruolo di codificare ed approvare tali atti come “atto dovuto”. Una funzione al limite del puro formalismo.
Senza discussioni, emendamenti, miglioramenti e/o anche bocciature di atti che diventano LEGGI dello Stato, il potere legislativo e’ privo del suo valore sostanziale.
Mi domando PERCHE’ nell’attuale assetto istituzionale, un voto contrario ad una proposta di legge, o DL o DPCM, oppure un emendamento proposto da un parlamentare NON espressione della maggioranza parlamentare che sostiene il Governo, equivalga ad una bocciatura del Governo stesso.
Un governo che ottiene un voto di maggioranza in Parlamento NON dovrebbe essere a rischio caduta, sfiducia, traballante in occasione di una discussione parlamentare che migliora, modifica, emenda, approva e/o boccia un determinato atto legislativo.
Al contrario e’ ESATTAMENTE questo il ruolo del Parlamento, nella sua funzione legislativa.
Se per ogni voto diverso dalla monolitica e formale approvazione della maggioranza parlamentare, il governo traballa, vacilla, viene messo in discussione… allora avremmo non un Governo FORTE, ma un governo DEBOLE e vittima dei ricatti (spesso personalistici) dei membri del Parlamento.
Oggi ci sarebbe bisogno di un Governo che governa (potere esecutivo) e che detta le linee di spesa e di impiego del denaro pubblico, che determina la linea politica delle azioni concrete da FARE e che ATTUA l’attivita’ legislativa del Parlamento.
In termini lapalissiani… un Governo che governa, un Parlamento che legifera e vaglia, un Presidente della Repubblica che controlla queste due attivita’ (Legislativo ed Esecutivo) alla luce del Dettato Costituzionale.
Purtroppo NON cosi’ succede.
Oggi abbiamo un Parlamento DEBOLE, perche’ il meccanismo di candidatura, proposizione dei parlamentari e possibile rielezione dipende totalmente dagli “umori” del partito politico che inserisce le candidature nelle liste. Non c’e’ una legge elettorale che possa creare contatto diretto tra elettori ed eletto. Alcune forze politiche, in spregio all’art. 67 Cost., hanno anche VINCOLATO l’attivita’ dei parlamentari all’accettazione/indicazione degli iscritti al partito/movimento. In caso di esercizio del voto parlamentare difforme dalle indicazioni direzionali, abbiamo assistito a decine di espulsioni.
Il Governo e’ DEBOLE perche’ costantemente sottoposto, ad ogni voto Parlamentare, al “ricatto” dei membri che determinano la maggioranza. Aggiungerei, a titolo personale, che la debolezza dei Governi italiani si evince anche dal numero spropositato di Governi rispetto alle legislature.
Senza contare poi della debolezza “generale” della politica rispetto a poteri (economia, informazione, tecnologia …) non costituzionalmente codificati.
Il luogo in cui il potere politico sembra effettivamente albergare, nell’attuale assetto odierno, e’ la SEGRETERIA di partito.
Non nel partito stesso, perche’ come F&R spesso ha fatto notare, NON esiste una legge ed un assetto democratico che possa garantire democraticita’ alla FORMA partito; ma direttamente nel luogo di massimo potere direttivo del Partito stesso.
La sintesi a cui questo ragionamento vuole quindi giungere e’ la seguente.Viviamo in un sistema in cui le FORME istituzionali/costituzionali del potere politico sono DEBOLI nella loro efficacia.
A Governi DEBOLI corrispondono PARLAMENTI DEBOLI e quindi debolezza della politica democratica in generale.
Entrambe le funzioni costituzionali (Legislativo ed Esecutivo) sembrano essere state in qualche modo “occupate” dalle Segreterie di partito o dagli organi direzionali/decisionali delle forme partito odierne (che si chiamino Movimento X, Forza Y, Z Viva, Leghe…)
La necessita’ di RAFFORZARE ENTRAMBE le istituzioni democratiche, depositarie dei diversi poteri costituzionalmente definiti, NON vuol dire privilegiare l’una a scapito dell’altra.
Non e’ minimamente sinonimo di sogni antidemocratici e/o di visioni nostalgiche per un ventennio liberticida.
Si puo’ condividere o dissentire, in maniera democratica; ma ritengo utile che sia chiaro l’ultimo punto.
Matteo Zambelli
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