E' questione di 'forme'

Il nostro gruppo sta  portando avanti un'idea straordinaria che abbiamo condensato nella dizione  "ente mediano". Con essa intendiamo il "partito" nella sua forma propriamente politica, mentre l'attuale forma in vigore, è affetta da problemi disfunzionali ormai endemici denunciati da tutti.
 
Qualcuno ci obietta che la nostra è la proposta di un governo tecnico, ma questo significa allora che non si è compreso il progetto. Allo stesso modo se si afferma che il parlamento dovrebbe essere eletto attraverso il sorteggio, si è travisato quello che diciamo (per noi il sorteggio può andare bene per istituti come il CSM o la Rai ma non il parlamento). Se questa è stata la percezione di alcuni, vuol dire che abbiamo sbagliato nella comunicazione.
 
La forma che proponiamo non è stata mai realizzata (e una critica potrebbe essere quella che auspichiamo qualcosa di non sperimentato), ma essa è conforme al senso della politica perchè semplicemente distingue chi rappresenta una visione o narrazione di parte (partito) e chi deve rappresentare tutti ricoprendo un ruolo politico-istituzionale. Non c'è ombra di governo tecnico; quello che noi diciamo è che non ci devono essere politici a vita e che il partito deve essere regolato da una legge che ne fissi il ruolo.
Nella pratica chiediamo che Salvini, Meloni, Zingaretti o Di Maio, se sono ministri, governatori ecc. lascino ad altri il ruolo di partito perchè nella loro veste rappresentano tutti come dice la nostra Costituzione. Dietro la nostra richiesta di non cumulare le cariche c'è un principio importante che è stato disatteso e cioè la necessità che la società civile abbia un livello di "politicità" che è adesso inesistente perchè i partiti diventano subito 'Stato' attraverso il cumulo delle cariche.
 
Quello che i cittadini devono pretendere è che le istituzioni funzionino nell'interesse di tutti.  Non è quello che sta succedendo. Le istituzioni sono incapaci di funzionare, c'è confusione tra partiti e istituzioni mentre noi abbiamo bisogno di istituzioni efficaci. Proprio questa situazione ci spinge a richiedere un cambiamento di  "forme", non di persone. Anche le persone più rette ed oneste, se si trovassero nelle condizioni di commistione di cariche (partitiche ed istituzionali) non riuscirebbero a rimanere immuni, a scindere completamente i due ruoli. Insomma, l'etica, da sola, non basta. 
 
Accettiamo tutte le critiche, ma per il bene della nostra discussione occorre comprendere il punto di vista che portiamo avanti. Si tratta di un principio nuovo che non troviamo in giro. Non ci rallegriamo per questo, perchè non facciamo arte, dove l'originalità è dovuta, facciamo politica, dove sarebbe auspicabile che fossimo meno soli.
 
Non ho dubbi sul fatto che la nostra proposta culturale e civile emergerà. E' solo questione di tempo. Per l'intanto è opportuno studiarla e comprenderne la forma
 

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