Da un po' manchiamo con le nostre pubblicazioni di denuncia dei comportamenti patologici da parte della politica attuale, ma non per questo abbiamo smesso di seguire con attenzione gli avvenimenti degli ultimi tempi, che continuano a fornirci spunti innumerevoli e sempre nuovi alla nostra ricerca di "doppi incarichi" e simili.
Volendo quindi riprendere pubblicamente il nostro lavoro di diffusione di queste pratiche anomale e pericolose, ripartiamo dalle ultime elezioni sarde, appena concluse.
Non ci interessano qui i risultati elettorali dei singoli partiti, che lasciamo commentare ad altri. Vogliamo invece puntare l'attenzione sui candidati presentati da ciascuno di loro, esaminandone provenienza e currriculum.
Cominciamo dal vincitore, neo governatore della regione Sardegna: Christian Solinas, presentato dalla coalizione di centro destra, è un senatore della XVIII Legislatura, eletto il 4 marzo del 2018, nonchè il segretario del Partito Sardo d'Azione, coalizzato con il centro destra (sia per le ultime politiche, sia per queste regionali). Da notare che l'elezione a senatore ha comportato l'interruzione del precedente mandato di consigliere e assessore regionale, che avrebbe dovuto durare fino ad ora. Come si vede, un bel curriculum di doppi incarichi e mancato rispetto del mandato.
Al secondo posto, si è piazzato Massimo Zedda, attuale sindaco di Cagliari, carica che avrebbe dovuto concludersi nel 2021, sostenuto dalla coalizione del centro sinistra. Entro 60 giorni, Zedda dovrà prendere una decisione: rimanere sindaco, oppure dimettersi ed entrare a far parte del consiglio regionale. Se la scelta fosse quest'ultima, si dovrà tornare a votare, in anticipo di almeno un anno, anche per il comune di Cagliari. Giusto per considerare anche le conseguenze di questi comportamenti "doppiogiochisti" ...
Terzo qualificato: Francesco Desogus, per il M5S. Per lui, nessun incarico, nè interruzioni di mandato. Grazie anche al fatto che il M5S non era presente nel consiglio regionale uscente, nè ha mai avuto risultati molto positivi nelle altre elezioni locali. Fortunatamente, nessuno della larga schiera di deputati e senatori eletti a Marzo 2018 per il M5S si è presentato: forse per loro è ancora troppo presto, ma riteniamo che il tempo cambierà le cose e le abitudini anche per loro.
Niente da rilevare per gli altri quattro sfidanti, provenienti comunque da raggruppamenti di peso molto ridotto, quindi difficilmente coinvolti in altri incarichi pubblici.
In conclusione, è evidente, una volta di più, l'ormai consueto malcostume che porta a candidare personaggi già noti per precedenti incarichi, o comunque di comprovata fedeltà, sperimentata attraverso altri incarichi importanti. Per tutti questa è ormai una consuetudine, una pratica normale e nessuno pensa ai costi indotti da simili comportamenti: elezioni da anticipare, stipendi raddoppiati, nuove nomine da fare, con perdita di tempo e risorse. Insomma, per qualche chance di vittoria in più, si possono tranquillamente spendere soldi e tempo ... tanto mica pagano loro!